Rispondi

Rispondi a:
Inviato da avatar Alberto Marzi il 19-05-2009 alle 16:26 Leggi/Nascondi

Tralascio ogni commento sulle statistiche che, come è risaputo, possono, a seconda di come vengono considerati e raffrontati i dati, sostenere una tesi, ma anche il suo esatto contrario e mi soffermo sulla conclusione cui il Sig. Galli arriva, in fine messaggio, e sulla quale mi permetto di dissentire.

In pratica si avalla la tesi che basta ridurre la velocità delle auto per ridurre i danni degli incidenti.

Questa tesi è da tempo sostenuta da tanti ed ha avuto come conseguenza, la "guerra santa" contro la velocità intesa come valore assoluto.

Ritengo che non vi sia nulla di più sbagliato e, al tempo stesso demagogico.

E' ovvio che, se vado a sbattere a 100 Km/h mi faccio più male che se "sbatto" a 50 Km/h, ma è ancora più vero che, se non vado a sbattere del tutto, non mi procuro alcun danno !

Ora, se non sbaglio, gli incidenti le cui cause sono imputabili direttamente all'alta velocità, non sono la maggioranza, che va' attribuita a mancate precedenze, mancato stop, mancato rispetto del semaforo rosso, guida in stato di ebbrezza, sorpassi azzardati etc. etc.

Riterrei dunque preferibile e più efficace fare di tutto per prevenire il verificarsi di incidenti, piuttosto che limitarne i danni solamente.

A tale proposito basterebbe eliminare dalla circolazione, in primis, coloro che violano il codice proditoriamente e premeditatamente (vedi attraversamento circospetto, ma continuato e calcolato, degli incroci con semaforo rosso), poi di coloro che guidano un'auto senza nemmeno conoscere i principi di funzionamento del mezzo e come il medesimo viene influenzato dalle leggi fisiche che il suo moto mette in gioco.

Dunque repressione dura contro costoro, ma anche contro pedoni (che andrebbero, ove ne ricorrano i presupposti, multati al pari degli altri utenti della strada), ciclisti e motociclisti indisciplinati.

Dopodiché è indispensabile che pedoni e ciclisti possano percorrere itinerari ben separati dagli altri veicoli, non basta una semplice striscia dipinta. Se occorre ampliamo le isole pedonali, ma creiamo nelle loro vicinanze, parcheggi adeguati.

Il discorso parcheggi è poi fondamentale nelle zone ove si sono create concentrazioni di locali pubblici (bar, teatri, discoteche etc.) che attirano molta gente, dunque molte auto, visto anche che gli orari vanno ben al di la' degli orari garantiti dai mezzi pubblici,  e che diventano invivibili per i residenti.

A tale proposito sarebbe opportuno che la concessione delle licenze ai suddetti locali fosse condizionata alla possibilità del locale di collocare i veicoli dei propri clienti in aree riservate, parcheggi convenzionati o altri luoghi specificamente allestiti.

Per ora è tutto, anche se l'argomento è talmente vasto che ci sarebbe da scrivere un libro in proposito. Il discorso è molto più generale e riassumibile in una frase:

Se ancora esistesse il buon senso, non ci sarebbe bisogno di alcuna regolamentazione.

 

Alberto Marzi 

Accedi

Devi inserire Nome utente e Password per inviare un messaggio. Se non li hai Registrati