L'idea, che teoricamente potrebbe avere un senso, applicata alla tipica mentalità italiana produrrebbe dei disastri.
Lo spazio garantito alle bici o alle moto in prossimità dell'incrocio diventerebbe una sorta di sola da raggiungere con ogni metodo.
Vedremmo centauri e ciclisti che si lanciano senza paura in sorpassi a tutta velocità che sconfinano nella carreggiata con senso di marcia opposto e poi si rituffano nell'area riservata sperando di riuscirci prima che il semaforo scatti al verde.
Io sarei il primo a farlo con la mia bicicletta, visto che quando sono in coda tra le auto ferme a respirare benzene rischiando un tumore ai polmoni perdo spesso la ragione e cerco ogni pertugio tra le auto per raggiungere la prima fila.
Il problema non esisterebbe se chi guida le autovetture avesse l'accortezza di lasciare spazio a destra o a sinistra della carreggiata quando è fermo in coda.
Purtroppo la consuetudine è quella di vedere le auto sparpagliate a caso, alcune tutte a destra, altre a sinistra, altre ancora che lasciano lo spazio centralmente.
Poi ci si mettono pure le auto ferme in doppia fila e allora va a finire che si sale sul marciapiede per non stare 20 minuti nel traffico bloccato (inconcepibile per un ciclista).
Per le piste ciclabili è meglio lasciar stare, che chi le progetta deve aver dato in affidamento il proprio cervello a qualcun'altro: qui a Milano fanno davvero ridere e non le utilizza nessuno.