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Inviato da avatar Giuliano Gavazzi il 12-06-2010 alle 00:30 Leggi/Nascondi
Ciao Claudio,

c'è un mito implicito nel tuo discorso: che le bici facciano perdere tempo alle auto. La velocità media del traffico motorizzato in una città è talmente bassa da essere inferiore a quella tenuta da un ciclista, se escludiamo il tipo "ciclista terrorizzato" che striscia lungo il ciglio della strada, ponendosi in una situazione di alto rischio portiere e invisibilità agli incroci. L'esperienza di qualche migliaio di chilometri a Milano in questi due anni mi riprova, ogni giorno e persino sulle direttive più veloci, che se pedalassi anche più lento, come buona parte dei ciclisti, raggiungerei sempre al semaforo successivo le automobili che eran dietro di me al precedente... Avviene regolarmente anche su Cso Buenos Aires, che conosco bene. Lo si può anche sperimentare andando a velocità ridotta, con punte dei 30-35km/h, e anche sulle circonvallazioni. Ciò che determina i tempi sono essenzialmente le soste ai semafori e le code. Sfatato il mito passiamo alle moto...

È stato osservato da altri, credo, che una zona di arresto avanzata per le moto non ha senso, perché o le moto sono già in prima fila, o per passare e raggiungere l'area dovrebbero filtrare attraverso le auto, cosa poco pratica. Se poi stiamo cercando di migliorare questa città, e non di tappare buchi, e ce ne sarebbero da tappare su queste strade..., cosa stiamo a favorire un mezzo che già gode di troppa popolarità quando comunque: inquina, consuma, è intrinsecamente più pericoloso (della bici), fa rumore, non ha alcun vantaggio per il generale miglior benessere delle persone (se paragonato all'esercizio intrinseco all'uso della bicicletta).

Invece di disquisire su zone d'arresto avanzate, vediamo di cambiare la faccia al traffico in città e fuori. Limitiamo seriamente e ovunque le velocità di punta, che altro non servono se non aumentare la pericolosità, il rumore e i consumi. E vedrai che a poco a poco le biciclette aumenteranno, e ne vedrai sempre di più avanti, senza bisogno di nessuna zona avanzata.

Cosa dobbiamo aspettare per capire queste cose e superare certe resistenze culturali e psicologiche? Altri ci sono arrivati da anni, altri ancora ci stanno arrivando, perché noi no? Cos'è che veramente ci blocca? 
Cosa ci porta a continuare la devastazione delle città e delle campagne con strutture che non servono a nulla, perché i tempi di percorrenza non diminuiscono, mentre diminuiscono la vivibilità, gli spazi, la libertà di movimento di tutti.

Vedere un adulto in bicicletta ridava a H G Wells un po' di speranza nel futuro della razza umana; anch'io la penso così, ma andando per Milano vorrei troppo spesso chiudere gli occhi.
 
Scusa se non rispondo alla provocazione sulle moto euro 5, ma le emissioni sono una piccola parte del problema, e poi tendo a non rispondere a domande del genere quando sono per strada...
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