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Inviato da avatar Oliverio Gentile il 12-07-2008 alle 14:19 Leggi/Nascondi


Dal Naba i primi modelli per un concorso ispirato ad estetica e utilità

Bello e sicuro: ecco l'abito che fa il ciclista


Profili catarifrangenti, orli che non s'impigliano nei raggi. La «collezione» completa sfilerà a settembre in corso Buenos Aires


MILANO - Andare alla Scala in bicicletta, eleganti e con tacco 12. Senza l'abito che si impiglia nei raggi e sicure di non essere investite. Possibile? Alice Tambosi, 22enne studentessa di fashion design alla Nuova Accademia di Belle Arti Milano (Naba), è convinta di sì: con corpetto, gonna a tulipano e micropants bianchi in cotone biologico profilati con strisce catarifrangenti. Tanto convinta che, il 20 settembre prossimo, a cavallo tra la settima della moda e quella della mobilità sostenibile, indosserà la sua creazione, monterà in sella e sfilerà in Buenos Aires per dimostrare che bellezza ed estetica possono far rima con utilità, sostenibilità e sicurezza. È l'obiettivo, e la provocazione, di DECOlife: il concorso creativo ideato dall'architetto e designer Anna Barbara, coordinatrice della scuola di fashion and textile design di Naba, per ricordare una sua ex allieva, Belkisa Segetalo, investita in bicicletta a pochi passi dall'Accademia nel 2007. «Invece di una commemorazione », spiega, «ho voluto un concorso che stimolasse gli studenti a rendere belli indumenti, accessori e oggetti che permettono di muoversi con la bici in sicurezza». Unica regola per partecipare, realizzare un prototipo e indossarlo personalmente nella sfilata urbana del 20 settembre: «Perché la moda può, e deve, essere anche uno strumento di utilità sociale». Con il supporto dell'assessore Tiziana Maiolo, Radio Deejay, Fiab/Ciclobby e altre sigle milanesi legate al mondo delle due ruote, l'adesione al concorso, cui è possibile iscriversi fino al 14 luglio, è stata enorme: 200 candidature in un mese. Ma la sfida non è da poco: le idee presentate, che dovranno rispondere a criteri di vestibilità, estetica, visibilità notturna e sicurezza, saranno valutate da una giuria di esperti in base al grado di innovazione, funzionalità, sostenibilità e costo. O «No cost», come dice Anna Barbara, precisando che «all'accademia la creatività è considerata, e insegnata, come un bene collettivo e di scambio». Ciclista «per dieta, soprattutto dopo un'abbuffata», e mamma di due bambini cui impone il casco, l'architetto Barbara si augura che la città colga appieno la provocazione di trasformare la sicurezza in bello. O anche di più: «Un prodotto gioiello, perché non un anello che illumini la notte dei ciclisti?». Intendiamoci: nessuno s'illude che basti un gadget a rendere Milano più sicura per chi gira sulle due ruote. Oltre a più piste ciclabili, Anna Barbara e i suoi studenti sognano percorsi ciclopossibili, secondo le ore del giorno. Una riorganizzazione della viabilità che tenga conto della dimensione dinamica del tempo e vie che, in certe ore del giorno, diventano vietate alle macchine e regno indiscusso delle biciclette. Per le prove generali, l'appuntamento è in corso Buenos Aires, la sera del 20 settembre.


Carlotta Jesi

11 luglio 2008

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