TIR con licenza di uccidere

Inviato da avatar Marco Soria il 23-04-2008 alle 14:25 Leggi/Nascondi
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Sono un ex-automobilista che crede fermamente nella bici come mezzo per la mobilità sostenibile. Venerdì mattina 27 ottobre 2006 ore 10, angolo fra via Marco Bruto e Piazzale Ovidio di fronte all'Acqua Potabile. Ci sono operai al lavoro che impediscono di stare sul marciapiede. Semaforo verde, partiamo: c'è un motociclista alla mia sinistra, io sono in bicicletta. Mi sono spostato sulle strisce pedonali in modo da dirigermi verso il marciapiede in mezzo al piazzale, che mi farà raggiungere la pista ciclabile di via Mecenate.

Ma non ho fatto i conti con un TIR che si è spostato sulla sinistra in via Marco Bruto per girare a destra al semaforo, dato che l'incrocio è ad angolo retto. Lo vedo avanzare verso di me mentre gira, io arretro, ma non ho dove andare per via dei lavori alle mie spalle e della bici che mi impaccia. Vengo travolto e la mia gamba sinistra è schiacciata dalle ruote del TIR.

Mi metto a urlare e gli operai corrono alla cabina del guidatore, il TIR si è fermato, fa marcia indietro e mi libera. Sono a terra, non sono svenuto, l'ambulanza arriva, vedo che anche la moto che era alla mia sinistra è a terra, forse il motociclista non si è fatto niente. Mi portano al pronto soccorso, i vigili arriveranno.

Sono stato più che fortunato, mi sono "solo" fratturato la gamba sinistra e il piede destro, ma poteva andarmi molto peggio. Sentivo il guidatore del TIR che si giustificava dicendo che lui aveva messo la freccia per segnalare la svolta a destra, ma evidentemente non aveva guardato nello specchietto mentre svoltava. Eccone un altro con la licenza di uccidere, che gli è stata gentilmente fornita dai nostri ineffabili governanti.

Nei paesi civili non si dà ai TIR la possibilità di scorazzare a piacimento in città, li si intercetta fuori dal centro abitato. Si dice giustamente che Milano deve internazionalizzarsi, che bisogna fare in modo che studenti e scienziati stranieri vengano attratti dall'eccellenza delle sue istituzioni: come no, ma allora cominciamo col fargli trovare una città sicura e civile, dove un prof universitario di sessant'anni (il sottoscritto) non abbia a rischiare la pelle tutti i giorni per compiere il proprio dovere civico di spostarsi senza usare l'automobile.

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Commenti (3)

Inviato da avatar Giovanni Gronda il 23-04-2008 alle 19:03
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Inviato da avatar Alessandro Locati il 28-05-2008 alle 11:10
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Inviato da avatar Alberto Capozzi il 22-12-2008 alle 23:30
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